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“Ri-Belli” per scoprirsi “unici”

“Ri-Belli” per scoprirsi “unici”

I Tetti Colorati Onlus è capofila del Progetto “Ri-Belli”, e anima di quella contaminazione che ha portato all’ideazione prima e alla realizzazione pratica dell’iniziativa, coinvolgendo tutti i partner in un obiettivo comune.

Un impegno riuscito proprio perchè, da anni, l’associazione già lavora per far emergere, attraverso il modello “housing first”, quell’empatia necessaria per un sostegno concreto, flessibile e immediato, per coloro che spesso sperimentano l’assenza di bellezza e di sensibilità da parte degli altri, con ovvie conseguenze negative sulla propria crescita, umana e spirituale.

“Esprimere te stesso attraverso il bello che ti circonda, trasformando il contesto, domestico innanzitutto, e poi comunitario”, ci spiega Valentina Distefano, è il primo passo per stimolare il “protagonismo” della persona, ed in particolare i minori che, spesso, non sanno nemmeno come esprimere le risorse, enormi, che possiedono, fornendo loro la motivazione per diventare se stessi, pienamente.

La conferenza stampa di presentazione di “Ri-Belli”
Un altro aspetto fondamentale, per Tetti Colorati, è il coinvolgimento, cruciale in un progetto, complesso e ricco di interventi, come “Ri-Belli”.

“Con alcuni dei partner coinvolti lavoriamo già da anni sul territorio, e abbiamo semplicemente colto i bisogni educativi e i disagi di vario genere che venivano dai confronti quotidiani proprio con i protagonisti del progetto, e, in particolare, con le persone che si impegnano ogni giorno al loro servizio.

Come associazione, impegnati nell’housing first e nel rispondere ai disagi di tipo abitativo, del resto, affrontiamo le multiproblematicità dei nostri interlocutori e quindi il dialogo è costante con le scuole, con l’associazione Aksara, con Abaco; insieme a loro attiviamo una serie di attività educative a supporto dell’infanzia e dell’adolescenza.

L’adesione prima e la realizzazione poi del progetto, è nata davvero come un processo “bottom-up”, che, dal basso, prova a rispondere alle esigenze e ai bisogni che affrontiamo quotidianamente”.

 

Partiamo dall’idea, che unisce il bello e il vero. Due concetti “alti”, ma declinati in una serie di attività concrete

Un aspetto importante del nostro progetto è che non intende rivolgersi ad una massa indistinta, bensì con un approccio qualitativo. I numeri, del resto, non sono volutamente alti, perchè l’obiettivo è quello di aiutare, concretamente, i minori e le loro famiglie, guardando alla loro individualità, al contesto in cui vivono e alle loro potenzialità inespresse.

Un approccio omnicomprensivo, che intende dare loro la possibilità di riscoprirsi capaci di ribellarsi alle condizioni che vengono loro imposte, immaginando nuove opportunità. Una risposta estetica che diventa etica, che vuole innescare un cambiamento nell’intera comunità, a piccoli passi, contro l’insensibilità e l’indifferenza. E farlo non singolarmente, ma in una rete multidimensionale, in quella comunità-famiglia solidale che può cambiare le cose.

“Ri-Belli” è quindi impatto sul territorio, è creare visibilità dove c’è insensibilità e indifferenza, scambio laddove c’è frammentazione e divisione, in un’ottica di collegamento che aiuti la persona in ogni suo aspetto.

 

Quali sono alcune delle iniziative concrete previste da “Ri-Belli”?

Valentina Distefano durante la conferenza stampa di presentazione
Partendo dall’idea di un’opportunità per crescere, le iniziative si sviluppano in diverse direzioni. Tra queste, ad esempio, è importante citare il laboratorio teatrale, che possa far emergere, nei partecipanti, quei sentimenti e quelle emozioni che devono diventare patrimonio comune, comunicare il proprio io per consegnarlo agli altri.

Un’altra azione è legata all’utilizzo degli strumenti digitali, con la creazione di una fanzine e di un’app, per guardare, attraverso i partecipanti al progetto, che riscoprono la bellezza dentro di sè e in ciò che li circonda, il nostro territorio.

Occhi diversi che possono aiutare anche noi, utenti, a scoprire una bellezza prima ignorata, o a cui eravamo indifferenti. Ovviamente, tale opportunità non intende concludersi con il progetto, bensì rappresentare un’occasione di sviluppo economico, magari utilizzando la stessa app come itinerario turistico per il nostro territorio.

Un’esperienza che, in prospettiva, può perfino andare oltre il nostro territorio e svilupparsi anche a livello regionale. Un racconto per immagini, insomma, che diventa itinerario per altri occhi, e occasione di crescita e scambio comune.

 

Un bisogno individuale, che diventa collante per la comunità…

Esiste un’azione specifica in questo senso, che mira proprio a coinvolgere l’intera comunità educante, in una rete di vicinanza solidale che si manifesta in ogni territorio che viene coinvolto, comunità parrocchiali comprese.

l tema centrale, come detto, è quello della bellezza e sarà il criterio guida anche nella promozione di incontri, anche con amministrazioni pubbliche, nella costituzione di gruppi di genitori che si aiutino tra loro, nell’integrazione, nella solidarietà e nell’educazione dei propri figli, in un percorso di mutuo aiuto che non sia isolato ed estemporaneo, bensì realmente integrato.

 

 

 

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