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50° di Caritas Italiana in Vaticano

Papa Francesco ha ricevuto in udienza i membri dell’organismo pastorale della Conferenza episcopale italiana, nel 50.mo di fondazione e li ha esortati a camminare sulle vie degli ultimi, del Vangelo e della creatività. "Alle cause della povertà" è il tema che testimonia la delegazione regionale Sicilia, rappresentato dalla nostra Presidente Valentina Distefano.

 

IL TESTO:

Udienza con il Santo Padre – 26 giugno 2021

tredicesima esperienza

Buongiorno, sono Valentina Distefano, della Caritas di Ragusa, delegazione Sicilia Condivido con voi che concentrarsi solo su una esperienza non è stato semplice perché le 18 caritas siciliane nel quotidiano sono impegnate in un sforzo teso a prevenire l’emarginazione cercando di scalfire ed incidere sui meccanismi che generano ingiustizie e “omissioni” di diritti alle persone.

Questo viene fatto tramite i tanti segni di accoglienza dei fratelli che arrivano da ogni parte del mondo ma anche attraverso l’incremento, nonostante la pandemia e i periodi di lockdown, dei Centri di aggregazione giovanile (CAG) in diverse parrocchie o quartieri al fine di contrastare e ridurre la dispersione scolastica ed ancora sovvenendo alle situazioni di sovraindebitamento con forme di microcredito o altri strumenti di sostegno.

Quando penso all’esperienza di Housing First in Sicilia, mi vengono in mente i versetti di Genesi 2,15: Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e custodisse . Allo stesso modo Housing First rivendica la centralità  della persona per ricostruire la sua dignità. Il nostro modello parte da una base che dovrebbe essere condivisa da tutti: l’abitazione un diritto. Spesso questo diritto si scontra con le fragilità delle persone e con approcci al tema del disagio abitativo standardizzati.

La nostra esperienza, invece, prevede che la casa sia individuata dalla persona senza dimora che l’abiterà e che quindi potrà  sceglierla sulla base degli spazi a sua disposizione, apprezzando i colori, il quartiere e l’esposizione. Insomma un’abitazione che risponda alle sue esigenze comprendendo in esse anche la presenza di persone anziane, portatori di handicap, di bambini, di animali. Si tratta di una piccola rivoluzione. La casa non è un fine, ma un mezzo. La persona o la famiglia in housing first interviene sull’abitazione, la trasforma, la personalizza e modifica secondo i suoi sogni e la sua sensibilità, sentendola propria, proteggendola e custodendola. anche per questo che negli anni noi non abbiamo lavorato con utenti, ma con Cettina, Concetta, Ferial, Vita, Artur, Karol, Luigi, Marcello, Natale.

Di ognuno di loro l’equipe conosce la storia, le patologie, le fragilità, le risorse. Per loro la casa diventa il luogo dell’intimità. Quel posto sicuro in cui non devi dar conto a nessuno e non vieni giudicato se non hai trovato lavoro, se non hai superato un concorso, se sei troppo ricco o troppo povero. La casa è sicurezza a 360 gradi per la persona; a casa tua puoi dormire con gli occhi chiusi, respirare l’amore della famiglia. Nessuno ti butterà  a terra dal letto per chiudere il dormitorio o ti assegnerà un compagno di camera senza che tu possa dire nulla. Certo negli anni ci siamo accorti anche delle fatiche. Lavoriamo con persone senza dimora, spesso stranieri, quasi sempre con molte problematicità. Continua ad essere difficile reperire gli alloggi, nonostante vi sia un patrimonio non solo ecclesiale ma anche pubblico e privato non utilizzato.

Un mio grande dolore è constatare che diversi proprietari, con la premessa di non essere considerati razzisti, nonostante la presenza di garanzie (contratti di lavoro e referenze) negano l’abitazione a migranti. In una regione al cuore del Mediterraneo questa esperienza si colloca pienamente nella sfida dell’accoglienza e come tale è stata accolta da tutte le Caritas siciliane che hanno aderito al progetto, consapevoli che la nostra missione inserita pienamente all’interno di contesti comunitari e di territori che necessitano di essere accompagnati per diventare sempre più  inclusivi.

 

 

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