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Prosegue il sostegno del progetto S.I.P.L.A. a Ragusa

Prosegue il sostegno del progetto S.I.P.L.A. a Ragusa

Da quando lo sportello di Ragusa ha aperto, più di un anno fa ormai, il servizio offerto da Sipla ha raggiunto più di 50 persone.” Parla Sandro Tumino operatore del progetto “Sipla: sistema integrato di protezione internazionale per i lavoratori in agricoltura”.

In questo articolo di aggiornamento vogliamo informare i nostri lettori e sostenitori sui successi e le novità che riguardano questo grande partenariato ormai consolidatosi. Il progetto ha ormai dato aiuto a centinaia di  nuovi beneficiari, raccogliendo l’eredità del progetto Presidio e ampliando le possibilità  offerte ai beneficiari dei servizi Caritas di poter ottenere un supporto integrato. Lo sportello Ragusa si occupa principalmente di orientamento all’assistenza legale e di inserimento lavorativo. Le prese incarico si svolgono dopo colloqui approfonditi dove l’operatore di prima soglia ascolta i beneficiari e compila una scheda dettagliata da dove si ha un polso della situazione. Da questo lavoro di emersione è ormai possibile dedurre quali servizi sono più urgenti.

La gran parte dei target progettuali è stata raggiunta” ci dice.  “ la  proroga offerta dal ministero ci da modo non solo di portare a termine il lavoro iniziato ma anche di ingrandire la platea e superare i target previsti. Malgrado le difficoltà e la complessità delle prese incarico possiamo ritenerci soddisfatti. Sipla ha significato per noi un innalzamento delle aspettative per i servizi di lotta allo sfruttamento, grazie agli strumenti messi a disposizione dal progetto possiamo seguire meglio i nostri beneficiari storici e fare lavoro conoscitivo, incontrando nuove persone che prima non sarebbero state intercettate dai nostri servizi. Cambiare il focus e il punto di vista ci aiuta a capire meglio le difficoltà emergenti, migliorando standard e procedure in modo da poter offrire un servizio sempre adeguato per le nuove marginalità.”

Lo sportello presidio di Ragusa rappresenta un passo avanti, non solo nelle aree rurali ma anche nelle aree urbane, dove si rintracciano patologie del mercato del lavoro agricolo. Infatti, in un territorio come  il nostro la vocazione del settore porta molti ambiti della trasformazione delle materie prime all’interno delle aree industriali della città. Va ricordato come molti beneficiari provengono dai centri di accoglienza, spesso situati all’interno della città. La città di Ragusa è anche il luogo privilegiato da cui poter lavorare con gli enti datoriali, i centri per l’impiego e da dove ampliare la ricerca lavorativa ai settori dell’edilizia, della logistica e del commercio. Anche qui esiste uno sfruttamento e anche qui va svolto un continuo lavoro di mediazione costante.


Non si fa mistero delle difficoltà e neanche delle aspirazioni future: “La speranza è quella di ottenere risultati non solo soddisfacenti sul dato quantitativo ma anche di avere una qualità dei target che possa permetterci di dare nuova linfa a progettualità che coinvolgano ONG, mercato del lavoro for profit e nuovi strati dell’amministrazione pubblica e della società, al fine di incrementare la lotta contro lo sfruttamento e renderla sistemica e diffusa” dice Sandro.

Il progetto Sipla ha alla data attuata coinvolto 309 nuovi beneficiari, 11 dei quali hanno potuto usufruire del lavoro di inserimento lavorativo, orientamento ,scrittura curriculum e corsi di formazione approfondita su Italiano per il lavoro e sicurezza. I 309 beneficiari, alla data attuale, hanno potuto usufruire a vario titolo di servizi di prima soglia, assistenza legale, assistenza sanitaria ed accompagnamento e sostegno ai servizi amministrativi. Ogni giovedì il presidio di Ragusa incontra  4/5 nuovi beneficiari a settimana, il ben più avviato presidio di Marina di Acate ne ascolta e fornisce assistenza di prima soglia  ad una media di 30 al giorno ogni martedì pomeriggio. Ogni lunedì pomeriggio il presidio di punta braccetto offre ascolto ed assistenza legale e opera un servizio di mappatura ed emersione dei bisogni. Questo servizio  extra si rende necessario data la scarsa conoscenza del territorio da parte dell’amministrazione pubblica e del Terzo settore stesso, il quale sta cercando di ricreare un nuovo polo di emersione dei bisogni.

Il territorio di Punta Braccetto si mostra simile ma differente rispetto ad altre zone della cosiddetta fascia trasformata. Sandro tende a precisare le difficoltà di lavoro su un nuovo territorio, poco conosciuto con le sue difficoltà peculiari ;“Qui rintracciamo una presenza molto disarticolata e dispersa della comunità tunisina che continua a far riferimento su Santa Croce per i servizi, l’ambiente di lavoro si mostra come un non luogo, privo di servizi o qualsivoglia luogo aggregativo. Le comunità albanese, sub sahariana e Romena sono molto poco presenti.  Su questo litorale si rintraccia  un’ampia presenza di  nuovi arrivi e irregolarità;  i migranti alloggiano in dimore improprie e di fortuna e sono molto diffidenti durante i primi contatti. Si presentano a noi con problemi che riguardano principalmente l’ambito legale ed amministrativo, le regolarizzazioni e i rinnovi di permesso di soggiorno. I sindacati appaiono poco presenti. Abbiamo un scarso afflusso di individui che denunciano spontaneamente i fenomeni di sfruttamento. L’emersione su questo ultimo ambito è stata molto difficoltosa.

Come Tetti Colorati ONLUS si vuole qui mandare un messaggio importante, di modo che  gli sforzi di SIPLA non si disperdano. La lotta allo sfruttamento lavorativo passa soprattutto dal creare partnership forti con il servizio pubblico in modo da poter avere leve con gli ambiti datoriali, con cui è assolutamente necessario discutere e fare advocacy per veicolare anche i problemi della filiera. L’ass. No cap ha dato un importantissimo aiuto, ma i problemi lavorativi del territorio ragusano sono molto radicati e non possono essere affrontati solo dal Terzo settore ma anche e soprattutto da interventi mirati e sistemici del pubblico, il quale deve assolutamente destinare risorse economiche e coordinative al lavoro di rete e di emersione. Il coordinatore del progetto Sipla Ragusa ci tiene a lasciare ai lettori un invito “Il nostro invito è rivolto ad associazioni, persone , sindacati ed enti di promozione; fatevi avanti, incontriamoci e progettiamo insieme per cambiare in meglio un territorio in sofferenza”.

 

 

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