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“La voglia di riscatto che è sorta nei nostri ragazzi, soprattutto in questi mesi resi così difficili dalla pandemia, è uno stimolo potentissimo. E devo dire che ho potuto osservare in loro, nonostante le tante difficoltà legate al contesto sociale in cui vivono e ai problemi della didattica a distanza, una volontà granitica e tantissima voglia di imparare e di vivere nuove esperienze. Questo mi rende abbastanza sicuro che, probabilmente, saremo noi, per primi, ad imparare tanto da questa esperienza”.
Sebastiano Cugnata, membro dell’equipe di “Ri-Belli per stupire”, laboratorio fotografico ormai prossimo al via a Marina di Acate, traccia così, in sintesi, il significato profondo di un’iniziativa originale e dai risvolti sorprendenti.
Del resto, Sebastiano è da tempo impegnato in questo settore. Fin da prima che terminasse il liceo, infatti, già era in prima linea come animatore del Grest nei mesi estivi.
Poi, durante il primo anno di università, attraverso l’associazione “Generazione Zero”, della quale è ancora parte attiva, Sebastiano si è impegnato al servizio dei migranti, in iniziative per la tutela dell’ambiente, contro lo sfruttamento e per la legalità, specie nelle scuole.
Inoltre, attraverso progetti Erasmus per giovani operatori europei, ha potuto cementare un’esperienza che è, soprattutto, relazione e incontro.
Da ottobre dello scorso anno, Sebastiano, in seno alle attività del Servizio Civile che ha svolto nella sede del Presidio Caritas di Marina di Acate, ha fatto parte di un progetto di apprendimento cooperativo, per permettere ai ragazzi che vivono nella fascia trasformata della zona di Marina di Acate, di affrontare le difficoltà legate alla didattica a distanza e all’attuale emergenza sanitaria.
“Mi auguro – ci spiega – che il laboratorio fotografico possa far emergere in coloro che vi parteciperanno, lo stupore e la curiosità di svolgere un’attività sicuramente insolita per loro e per noi che li affiancheremo. E soprattutto possa soddisfare la loro esigenza di esprimersi, aspetto che, chiaramente, nel contesto sociale in cui vivono, non sarebbe potuta emergere in un altro modo. Un bisogno, questo, che abbiamo potuto notare nell’attività di doposcuola che svolgiamo con loro, settimana dopo settimana”.
“I ragazzi destinatari del progetto – spiega ancora Sebastiano – provengono tutti da contesti diversi: cinque, dei 19 partecipanti, provengono da ragusa. Quattro sono di origine nigeriana, e uno di origine eritrea. Gli altri 14, invece, provengono da famiglie tunisine, sono tutti nati in italia, e vivono al di fuori di qualsiasi tipo di contesto urbano, tra le serre della fascia trasformata nella zona di Marina di Acate. La loro quotidianità – prosegue Sebastiano – è scandita dagli orari del lavoro dei genitori e della campagna e non hanno possibilità, se non a scuola, di contatti con persone che non siano familiari stretti. La nostra speranza è che attraverso il laboratorio fotografico essi possano incuriosirsi e sperimentare forme di relazione diverse, mediante un’attività che, altrimenti, non avrebbero mai avuto la possibilità di realizzare”.
Proprio questo, secondo Sebastiano, è il valore aggiunto di un’iniziativa unica.
“Il progetto Ri-Belli, infatti, – sottolinea Sebastiano – intende promuovere la bellezza. L’obiettivo è che i ragazzi, attraverso il laboratorio fotografico, possano iniziare a scoprire la realtà che li circonda, meravigliosa e terribile allo stesso tempo, e capire che esiste un mondo anche fuori dalle serre, fuori dalla precarietà e dall’isolamento umano e fisico. Ed è un mondo da vivere”.
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